giovedì 3 aprile 2014

Terapie infiltrative

Al fine di iniettare in maniera sicura e precisa i farmaci (anestetici locali e potenti antinfiammatori steroidei) nelle strutture della colonna vertebrale responsabili della sintomatologia dolorosa, si utilizza uno strumento chiamato fluoroscopio, che sfrutta i raggi X per consentire all'operatore di visualizzare le strutture della colonna vertebrale e l'ago. Questo approccio molto preciso, sostituisce le tradizionali infiltrazioni “alla cieca” eseguite in passato. Possono essere praticate 3 tipologie di infiltrazioni:

  • Infiltrazioni peridurali
  • Infiltrazioni delle faccette articolari
  • Infiltrazioni delle articolazioni sacro-iliache



L'infiltrazione peridurale (o epidurale) è un'opzione terapeutica non chirurgica che può fornire una riduzione del dolore radicolare di breve o lunga durata. Quando I nervi spinali sono irritati da una patologia della colonna che causa compressione sulle radici nervose (come un'ernia del disco o una stenosi del canale) clinicamente si può manifestare una lombalgia acuta o cronica e il dolore può irradiarsi ad un arto con intorpidimento e debolezza muscolare. Prima di prendere in considerazione un intervento chirurgico per alleviare i sintomi è raccomandata la valutazione di trattamenti non chirurgici. L'infiltrazione peridurale è uno di questi.
Tale tipo di infiltrazione richiede la somministrazione di un farmaco antinfiammatorio, tipicamente un cortisonico associato ad un anestetico locale, direttamente nell'area circostante la radice nervosa irritata che sta causando il dolore. Quest'area è chiamata spazio peridurale e circonda la membrana protettiva, la dura madre, che copre i nervi spinali e le radici nervose. Il cortisone riduce l’irritazione del nervo inibendo la produzione di proteine che causano infiammazione; l'anestetico locale blocca la conduzione nervosa nell'area in cui è applicato, riducendo la sensazione dolorosa.
Un'infiltrazione peridurale può essere eseguita per ragioni diagnostiche o terapeutiche:
• Iniettando I farmaci intorno ad una specifica radice nervosa, si può determinare se quella particolare radice è l’origine del dolore.
• Quando è utilizzata per motivi terapeutici, l’infiltrazione peridurale può fornire una riduzione del dolore di breve o lunga durata, cioè per un periodo che va da alcune settimane a diversi mesi. In alcuni casi una infiltrazione peridurale può interrompere il circolo dell’infiammazione e garantire una analgesia permanente.
È importante notare, comunque, che l'infiltrazione peridurale non è da considerarsi una “cura” per i sintomi associati a compressione midollare. Piuttosto è uno strumento terapeutico che può servire ad alleviare il dolore, mentre la causa del problema verrà trattata con un programma riabilitativo o nell’attesa di considerare altre scelte terapeutiche invasive o chirurgiche.

Molte strutture sanitarie dispongono di medici specialisti in terapia del dolore (di solito anestesisti) in grado di eseguire correttamente una infiltrazione peridurale.







Solitamente l’infiltrazione peridurale viene eseguita in day-hospital o in ambulatorio e con tale procedura:1. Il paziente viene posizionato in modo da fornire al medico un comodo accesso all'area della colonna da trattare. Di solito il paziente è seduto con la schiena in flessione e le braccia che abbracciano un cuscino posto sulle ginocchia. Può anche essere eseguita con il paziente in posizione prona o sdraiato sul fianco con le ginocchia raccolte.
2. Si disinfetta la cute con una soluzione antisettica nell'area dove verrà eseguita l’infiltrazione.
3. Si esegue una anestesia locale del punto di infiltrazione.
4. Si dirige l’ago apposito verso lo spazio peridurale con o senza l’ausilio di un fluoroscopio (un apparecchio che sfruttando I raggi X permette di visualizzare l’ago e le strutture ossee).
5. Si può iniettare una piccola dose di mezzo di contrasto per confermare la corretta posizione dell’ago.
6. Si inietta quindi la soluzione di anestetico locale/cortisonico nello spazio peridurale.
7. Si rimuove l’ago, si disinfetta la cute e si appone una piccola medicazione protettiva.


La procedura di solito richiede circa 15-30 minuti. Dopo l’infiltrazione il paziente verrà monitorato per circa 30-60 minuti. Dopo l’infiltrazione il paziente non deve guidare, è quindi meglio essere accompagnati. È necessario evitare attività pesanti durante tutta la giornata. Il medico saprà fornire eventuali altri consigli o raccomandazioni specifici caso per caso. Per ottimizzare il risultato e ridurre i rischi è importante che il paziente segua tali raccomandazioni.

È possibile avvertire un lieve senso di intorpidimento o di debolezza alle gambe dopo l’infiltrazione. Questo è un effetto temporaneo legato all'uso dell’anestetico locale, e si risolve in genere nell'arco di 1-8 ore. Il dolore può anche peggiorare nelle successive 24-48 ore. Generalmente gli effetti positivi si vedono dopo 24-72 ore dall'infiltrazione.
Se dopo l'infiltrazione si ottiene una buona analgesia per un periodo di tempo breve, questa può essere ripetuta. Di solito vengono eseguite circa tre infiltrazioni in un anno. L’intervallo di tempo tra una e l’altra dipenderà dalla durata dell’analgesia.

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